- Editore: Editrice Innocenti
- Data di pubblicazione: 2009
- Costo del Libro: 12.00 €
- A cura di: Alessandra Leoni
- Codice ISBN 10:
- Codice ISB: 9788889818619
- Meke finito: 23/10/2009
- Odo finito: 27/10/2009
MEKE:
scrivere la recensione di questo libro devo dire che questa volta ha qualcosa di complesso, perché la scrittrice è una persona con cui sono recentemente entrata in amicizia e non vorrei che se dico qualcosa di non a lei ben accetto se la possa prendere. ma tant'è, ho recensito libri di persone che conoscevo e non mi sono mai fatta prendere da strane paranoie, mica vorrò cominciare ora.
e poi il libro è bello. parte un po lento e giuro, ti mette un angoscia per la prima parte che a voler vedere quasi ti vien voglia di staccare, perché pare che debba tagliarsi le vene il povero disgraziato attore principale in quella gabbia di inganni e malvessazioni. però poi comincia a scorrere rapido e coinvolgente. visto che la conosco, la signora in questione, mi permetto anche di dargli un paio di consigli. la punteggiatura ha qualche incertezza, ed a volte scivola in un uso della parola colloquiale che su carta risulta strano e poco adatto, ma per il resto non ho trovato pecche in questa opera prima che mi auguro le porti fama fortuna e gloria.
una sola domanda, che ho già posto anche per il libro precedente che riguardava i Rasna: ma perché quando si parla dei Rasna alla fine si parla solo di Roma? ma loro, nei tanti anni che hanno avuto, che hanno campato, possibile che non hanno fatto nulla di cui valga la pena di parlare senza parlare dei romani? se nel primo si parlava dell'inizio di Roma in questo addirittura si parla della fine dei Rasna.
che devo fare per leggere una bella storia che parli solo di loro? scriverla? avessi la cultura storica utile credo che lo farei.
comuqune ho lanciato l'invito, vediamo se almeno una di queste scrittrici che ho sfidato (benevolmente) mi risponde con un bel romanzo SOLO Rasna.
e poi il libro è bello. parte un po lento e giuro, ti mette un angoscia per la prima parte che a voler vedere quasi ti vien voglia di staccare, perché pare che debba tagliarsi le vene il povero disgraziato attore principale in quella gabbia di inganni e malvessazioni. però poi comincia a scorrere rapido e coinvolgente. visto che la conosco, la signora in questione, mi permetto anche di dargli un paio di consigli. la punteggiatura ha qualche incertezza, ed a volte scivola in un uso della parola colloquiale che su carta risulta strano e poco adatto, ma per il resto non ho trovato pecche in questa opera prima che mi auguro le porti fama fortuna e gloria.
una sola domanda, che ho già posto anche per il libro precedente che riguardava i Rasna: ma perché quando si parla dei Rasna alla fine si parla solo di Roma? ma loro, nei tanti anni che hanno avuto, che hanno campato, possibile che non hanno fatto nulla di cui valga la pena di parlare senza parlare dei romani? se nel primo si parlava dell'inizio di Roma in questo addirittura si parla della fine dei Rasna.
che devo fare per leggere una bella storia che parli solo di loro? scriverla? avessi la cultura storica utile credo che lo farei.
comuqune ho lanciato l'invito, vediamo se almeno una di queste scrittrici che ho sfidato (benevolmente) mi risponde con un bel romanzo SOLO Rasna.
ODO:
"I medaglioni di Turan" è un libro particolare: è un romanzo di amore e vendetta, ma è anche un romanzo storico sulla fine di un popolo - quello etrusco -, che viene presentato nel momento della sua caduta a opera dei Romani.
Eppure è anche un romanzo di speranza, nel quale le vicenda del protagonista, sebbene inizi con un tradimento e un lutto, lentamente evolve, attraverso innumerevoli privazioni e difficoltà, verso un finale positivo.
Atar è principe, figlio del magistrato che governa Rusel (l'odierna Roselle). E' un giovane capace e volitivo, che però assiste alla distruzione e al saccheggio della sua città per mano dei Romani, venuti meno agli accordi per la resa pacifica di Rusel.
Inizia così per l'uomo, al quale il nemico ha confidato di aver ucciso la moglie e il figlio non ancora nato, un percorso doloroso, che lo vede prima schiavo nella domus di un importante romano, e poi, di nuovo libero, ufficiale del neonato corpo dei Pretoriani.
Ciò che lo spinge non è il desiderio di riscatto, ma infinito odio e brama di vendetta.
Alla fine però Atar ritroverà se stesso e un futuro carico di speranze.
E in questo quadro la fine della civiltà etrusca segna, almeno nella Rusel tinteggiata dall'autrice, invece un nuovo inizio; o meglio, il proseguimento di una storia secolare.
Se la storia è avvincente, la lettura del romanzo non è però scorrevole: numerosi errori di stampa costellano il testo, rendendo a volte la narrazione un po' confusa. Niente di eclatante, sia chiaro, ma è un comunque un po' fastidioso dover ogni tanto rileggere una frase per colpa di un errore di punteggiatura o nel testo.
Ovviamente ciò non toglie nulla alla validità della narrazione: "I medaglioni di Turan" è un ottimo romanzo, che consiglio a chiunque ami la storia.
1 commento:
Non mi offendo affatto, ci mancherebbe altro! Non ho l'esperienza di un Valerio Massimo e (nel momento in cui l'ho scritto) il tempo pieno di una che campa scrivendo, per cui, accetto tutto, anche le critiche (che per ora non sono state poi così tremende). Grazie per averlo letto così velocemente! Un saluto.
Alessandra.
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