Editore: Sellerio editore
Data di pubblicazione: dal 1996 al 2010
Costo del Libro: dai 10.00 agli 11.50 €
A cura di: Andrea Camilleri
MEKE:
quelle che vedete al lato sono le copertine di tutti i gialli di camilleri che parlano del commissario Montalbano. spero potrete capire il perché della mia lunga assenza, ma era un compito che mi ero prefissa quello di leggere tutti i romanzi ed i racconti prima di parlarne perché mi è parso da subito che per poterne cogliere alcune sfumature si dovesse averne una visione d'insieme ed ho tenuto fede al mio compito leggero tutti i romanzi ed i racconti prima di venire qui a parlarne con i miei fedeli lettori.
inanzi tutto devo dire che ho trovato bellissimi tutti i suoi romanzi, avvincenti, coinvolgenti, pieni di vita e di un'aria tipicamente siciliana, e non solo per il dialetto che viene usato in maniera sempre più pesante via via che passano i romanzi, ma per gli accenni, gli scorci di paesaggio che ti trascinano su coste limpide e violentate dal vento e dall'uomo, in territori aspri e avversi dove è possibile perdersi.
forse proprio la malia del primo romanzo mi ha poi spinto a questa completa immersione negli scritti di questo scrittore tipicamente siciliano, tanto che ora che sono giunta alla conclusione del ciclo di Montalbano, con mi sommo dolore devo dire, ho intenzione di cimentarmi con le altre sue opere per valutarne la presa in confronto con queste e vedere se è il personaggio o la penna che li ha creato ad aver gettato la sua malia su di me.
passando ad una critica più costruttiva, devo dire che alcune cose saltano agli occhi leggendo tutto di seguito il corpus librario: intanto un uso sempre più presente di questo siciliano per dummies che impiega nei suoi libri e che di volta in volta diventa più stretto, più presente, quasi a voler sostituire l'italiano, che viene alla fine impiegato nella sua purezza solo in situazioni ufficiali e legali. come un voler trascinare il lettore sempre più a dentro a questo mondo d'isola, per renderlo partecipe, quasi per istruirlo sulla sua nuova personalità creata da questa immersione nella sicilianità filtrata dei romanzi.
inoltre si sente una vena di amarezza, di malinconia e di rifiuto che procede nei libri con il procedere dell'età del commissario, da una parte legata al suo rifiuto di invecchiare, di ammettere la resa di fronte al passare degli anni, dall'altra data da una specie di disgusto di se, del mondo, della difficoltà di mantenersi al passo con le cose mentre queste succedono e di non perdere la lucidità di fronte alla catastrofe pronta ad abbattersi.
infine la solitudine. montalbano, nonostante sia Legato a Livia da anni,
nonostante le sue amicizie, e le sue conoscenze è un uomo terribilmente solo,
che si rende conto della sua solitudine, e fino ad un certo punto la difende e l'apprezza come un dono, per poi rendersi conto di come questo dono con il passare degli anni diventa sempre più difficile e pesante da portare.
ho amato molto tutti questi romanzi, nella loro particolarità e nella loro tristezza che in alcune pagine è più presente in altre quasi non si trova.
infine ho amato come Camilleri tratta il cibo: ogni pagina dei romanzi ha un riferimento all'appetito lupigno del commissario che ama la buona tavola e mangia regolarmente prelibatezze tipiche della cucina sicula, con una dovizia di particolari e di riferimenti che non di rado ho dovuto posare il libro per andare a cercare qualcosa da mangiare per la fame ispiratami da quelle pagine, una fami cerebrale in un qual senso visto che alla fine quello che ricercavo nel mio desolato frigo erano i profumi ed i sapori evocatimi da quelle pagine e nulla di quello che alla fine trovavo poteva sopire quel desiderio.
consiglio assolutamente di leggerli, e consiglio anche di fare come ho fatto io, leggendoli di seguito ed in ordine cronologico: si leggono abbastanza velocemente e rendono questa idea di immersione totale meglio che letti separatamente.
buona lettura, e... buon appetito.
quelle che vedete al lato sono le copertine di tutti i gialli di camilleri che parlano del commissario Montalbano. spero potrete capire il perché della mia lunga assenza, ma era un compito che mi ero prefissa quello di leggere tutti i romanzi ed i racconti prima di parlarne perché mi è parso da subito che per poterne cogliere alcune sfumature si dovesse averne una visione d'insieme ed ho tenuto fede al mio compito leggero tutti i romanzi ed i racconti prima di venire qui a parlarne con i miei fedeli lettori.
inanzi tutto devo dire che ho trovato bellissimi tutti i suoi romanzi, avvincenti, coinvolgenti, pieni di vita e di un'aria tipicamente siciliana, e non solo per il dialetto che viene usato in maniera sempre più pesante via via che passano i romanzi, ma per gli accenni, gli scorci di paesaggio che ti trascinano su coste limpide e violentate dal vento e dall'uomo, in territori aspri e avversi dove è possibile perdersi.
forse proprio la malia del primo romanzo mi ha poi spinto a questa completa immersione negli scritti di questo scrittore tipicamente siciliano, tanto che ora che sono giunta alla conclusione del ciclo di Montalbano, con mi sommo dolore devo dire, ho intenzione di cimentarmi con le altre sue opere per valutarne la presa in confronto con queste e vedere se è il personaggio o la penna che li ha creato ad aver gettato la sua malia su di me.
passando ad una critica più costruttiva, devo dire che alcune cose saltano agli occhi leggendo tutto di seguito il corpus librario: intanto un uso sempre più presente di questo siciliano per dummies che impiega nei suoi libri e che di volta in volta diventa più stretto, più presente, quasi a voler sostituire l'italiano, che viene alla fine impiegato nella sua purezza solo in situazioni ufficiali e legali. come un voler trascinare il lettore sempre più a dentro a questo mondo d'isola, per renderlo partecipe, quasi per istruirlo sulla sua nuova personalità creata da questa immersione nella sicilianità filtrata dei romanzi.
inoltre si sente una vena di amarezza, di malinconia e di rifiuto che procede nei libri con il procedere dell'età del commissario, da una parte legata al suo rifiuto di invecchiare, di ammettere la resa di fronte al passare degli anni, dall'altra data da una specie di disgusto di se, del mondo, della difficoltà di mantenersi al passo con le cose mentre queste succedono e di non perdere la lucidità di fronte alla catastrofe pronta ad abbattersi.
infine la solitudine. montalbano, nonostante sia Legato a Livia da anni,
nonostante le sue amicizie, e le sue conoscenze è un uomo terribilmente solo,
che si rende conto della sua solitudine, e fino ad un certo punto la difende e l'apprezza come un dono, per poi rendersi conto di come questo dono con il passare degli anni diventa sempre più difficile e pesante da portare.
ho amato molto tutti questi romanzi, nella loro particolarità e nella loro tristezza che in alcune pagine è più presente in altre quasi non si trova.
infine ho amato come Camilleri tratta il cibo: ogni pagina dei romanzi ha un riferimento all'appetito lupigno del commissario che ama la buona tavola e mangia regolarmente prelibatezze tipiche della cucina sicula, con una dovizia di particolari e di riferimenti che non di rado ho dovuto posare il libro per andare a cercare qualcosa da mangiare per la fame ispiratami da quelle pagine, una fami cerebrale in un qual senso visto che alla fine quello che ricercavo nel mio desolato frigo erano i profumi ed i sapori evocatimi da quelle pagine e nulla di quello che alla fine trovavo poteva sopire quel desiderio.
consiglio assolutamente di leggerli, e consiglio anche di fare come ho fatto io, leggendoli di seguito ed in ordine cronologico: si leggono abbastanza velocemente e rendono questa idea di immersione totale meglio che letti separatamente.
buona lettura, e... buon appetito.