MEKE:
ho attaccato per caso a leggere questo libercolo, poi presa da altre cose l'ho un attimo abbandonato per riprenderlo in un momento in cui fossi meglio predisposta a prestargli la dovuta attenzione.
e ne sono ben contenta.
si tratta di un saggio che scrisse sui racconti di orrore cosmico nella storia della letteratura, analizzando la presenza di questo quid fondamentale negli scritti per poterli definire a tutti gli effetti racconti dell'orrore comico. per fare questo analizza la letteratura partendo da antichi padri, e citando tra gli altri il mistero che opere come il "Libro di Enoch" e le "Claviculae" di Salomone riescono ancora oggi ad evocare nella mente di lettori sensibili al fascino di ciò che non è rivelato, ciò che è celato da misteri insondabili.
da li si sposta nel medioevo e nel rinascimento analizzando l'opera di autori europei ed americani, che spaziano dal romanzo d'ambiente a quello sentimentale, ma in cui si riesce ad identificare un qualcosa di particolare e di tenebroso, che fa tremare le vene ai polsi.
il suo excursus ha due noti di merito grandissime a mio avviso: la prima è quella di rendere ben chiaro come l'importanza delle atmosfere e dello stato d'animo sia fondamentale e preminente su quella dei personaggi, che possono anche non avere lo spessore ma fungono da accessorio alla costruzione della storia, o su quella dell'intreccio che ha solo il compito di supportare l'ambiente in cui l'azione si svolge.
la seconda è quella di dare innocentemente immagine di scrittori a lui contemporanei o precedenti in cui le sue idee si possono tranquillamente rintracciare e ricondurre ad uno stile che poi ha saputo ceto rendere grande ma che non ha creato dal nulla.
come non riconoscere infatti il re giallo di HPL nel "Re in giallo" di Chambers, o come non identificare almeno in parte con il "Necronomicon" il libro infernale che riporta al culto di Hastur di cui ci parla sempre Chambers nel "il segno giallo"? e molti altri riferimenti ci riportano alla ricca produzione del nostro facendoci sorridere per come sia possibile riallacciare tanti fili pendenti, e come sia risibile la larga convinzione, dovuta alla sua indubbia grandissima abilità, che il "Necronomico" sia libro reale.
un libretto di poco impegno ma di grande ricchezza che consiglio vivamente agli amanti del genere.
e ne sono ben contenta.
si tratta di un saggio che scrisse sui racconti di orrore cosmico nella storia della letteratura, analizzando la presenza di questo quid fondamentale negli scritti per poterli definire a tutti gli effetti racconti dell'orrore comico. per fare questo analizza la letteratura partendo da antichi padri, e citando tra gli altri il mistero che opere come il "Libro di Enoch" e le "Claviculae" di Salomone riescono ancora oggi ad evocare nella mente di lettori sensibili al fascino di ciò che non è rivelato, ciò che è celato da misteri insondabili.
da li si sposta nel medioevo e nel rinascimento analizzando l'opera di autori europei ed americani, che spaziano dal romanzo d'ambiente a quello sentimentale, ma in cui si riesce ad identificare un qualcosa di particolare e di tenebroso, che fa tremare le vene ai polsi.
il suo excursus ha due noti di merito grandissime a mio avviso: la prima è quella di rendere ben chiaro come l'importanza delle atmosfere e dello stato d'animo sia fondamentale e preminente su quella dei personaggi, che possono anche non avere lo spessore ma fungono da accessorio alla costruzione della storia, o su quella dell'intreccio che ha solo il compito di supportare l'ambiente in cui l'azione si svolge.
la seconda è quella di dare innocentemente immagine di scrittori a lui contemporanei o precedenti in cui le sue idee si possono tranquillamente rintracciare e ricondurre ad uno stile che poi ha saputo ceto rendere grande ma che non ha creato dal nulla.
come non riconoscere infatti il re giallo di HPL nel "Re in giallo" di Chambers, o come non identificare almeno in parte con il "Necronomicon" il libro infernale che riporta al culto di Hastur di cui ci parla sempre Chambers nel "il segno giallo"? e molti altri riferimenti ci riportano alla ricca produzione del nostro facendoci sorridere per come sia possibile riallacciare tanti fili pendenti, e come sia risibile la larga convinzione, dovuta alla sua indubbia grandissima abilità, che il "Necronomico" sia libro reale.
un libretto di poco impegno ma di grande ricchezza che consiglio vivamente agli amanti del genere.
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